Il vento dell’ignoranza

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Tira una brutta aria nel nostro paese, è inutile nasconderselo.

La vignetta di Vauro del post precedente strappa amari sorrisi e illustra fin troppo bene il quadro della situazione.

Lo leggiamo anche negli interventi sul nostro blog, la regressione culturale in atto nel nostro paese è spaventosa; gente che senza un minimo di conoscenze anatomo-fisiologiche sparla di feti ben distinti dalla vita della madre senza neanche rendersi conto delle assurdità che dice.

Nel frattempo cialtroni politici organizzano liste elettorali per attaccare la legge che più di ogni altra ha contribuito a far crollare il numero di aborti in Italia (e si sarebbe potuto fare molto di più se i bigotti non avessero ostacolato in tutti modi l’inserimento dell’educazione sessuale nelle aule scolastiche).

Personalmente non parlo mai volentieri dell’aborto, per il semplice motivo che a mio giudizio noi uomini dovremmo semplicemente stare zitti sull’argomento e lasciare alle donne (loro che vivono direttamente questo dramma) ogni decisione sul loro (e di nessun altro) corpo e sulle vite che questo può ospitare.

Purtroppo di fronte alle manifestazioni d’ignoranza e di prepotenza che stiamo vedendo in questi sciagurati giorni, non posso esimermi dall’esprimere la mia solidarietà a tutte le donne maltrattate da cialtroni ignoranti che hanno la pretesa di parlare di ciò che non conoscono e che non potranno mai capire.

Difensori della vita che non si sono mai preoccupati delle migliaia di morti civili delle guerre umanitarie, preti e cardinali che non hanno gli attributi per affrontare una vita normale e si nascondono in comodi celibati stipendiati dal nostro otto per mille e che hanno la pretesa di insegnarci cos’è una famiglia e cosa significa avere figli, sbarbatelli ignoranti che hanno imparato a malapena le preghierine degli scout e pretendono di piegare il mondo intero al loro volere… con questa gente non può esserci dialogo, bisogna solo difendersi dalla loro arroganza, dalla loro prepotenza e dalla loro saccenza.

Difendersi con ogni mezzo, comprese le denunce penali per quei delinquenti che osano chiamare la polizia per “feticidio” e costringono una donna già traumatizzata dal dolore dell’aborto a dover subire interrogatori umilianti e vergognosi.

È ora di smetterla di cercare dialogo con chi vuole solo imporre i propri dogmi morali e tirare fuori le unghie per difendere i diritti civili conquistati con decenni di faticose lotte popolari.

Alessandro Chiometti

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