Il Vaticano non perde il pelo figuriamoci il vizio!

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La notizia è di quelle che andrebbe commentata dal grande capo Estiqaatsi (per chi non lo conosce diciamo che rientra nella categoria "e chi se ne frega?"), se non fossimo in Italia; paese in cui ogni esternazione del porporato di turno può portare conseguenze sociali di non poco conto.

Il fatto: nell’ambito del progetto "Mai più violenza sulle donne", che ha rivelato la drammatica realtà di tantissime donne e bambine, Amnesty International chiede la fine della repressione penale contro le donne che hanno abortito e il diritto all’aborto per le donne vittime di violenze sessuali o incesto oppure minacciate nella loro salute.

Ovviamente per i bigotti questo è un peccato mortale e il porporato Martino afferma che "conseguenza inevitabile di tale decisione (oltre all’inferno, of course nda) sarà la sospensione di ogni finanziamento ad Amnesty da parte delle organizzazioni ed anche dei singoli cattolici".

Ora dato che i soldi dati dal Vaticano ad Amnesty ammontano all’enorme somma di 0 euro (come del resto ricorda il responsabile di A.I. che dichiara "non abbiamo mai ricevuto denaro dal Vaticano o da organi che dipendono dalla Chiesa cattolica. Proprio a garanzia dell’indipendenza dell’organizzazione lo statuto esclude la possibilità di ricevere fondi da governi, confessioni religiose, enti di qualsiasi genere"), si può ricondurre la fuoriuscita porporata in un invito ai singoli cattolici che stanno compilando il 730 in questi giorni a non dare ad Amnesty il 5 per mille dell’Irpef.

Ovvero: tu mi hai fatto uno sgarro? Faccio in modo che riceverai meno fondi.

Atteggiamento non nuovo da parte dei bigotti oltreteverini, già nel ’96 fa il Vaticano si distinse agli occhi dell’opinione pubblica mondiale per la sua sospensione del contributo all’unicef rea di aver pubblicato un manuale sui contraccettivi post coitum.