Il Dottor Morte

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È andato in onda Martedì 22 Marzo 2011 sui canali Sky il film TV “You don’t know Jack” ovvero la ricostruzione della vicenda di Jack Kevorkian, medico di origine armena che divise l’America assistendo e mettendo a disposizione i mezzi per suicidarsi senza soffrire a ben 129 pazienti. Quello che fece con il centotrentesimo, ovvero praticare “l’eutanasia attiva”, gli costò una condanna per omicidio di secondo grado e dovette scontare poco più di otto anni di carcere.

Nei panni del medico c'è un Al Pacino quasi irriconoscibile per il trucco d’invecchiamento, ma magistrale come suo solito nell’interpretazione; al suo fianco Susan Sarandon (Thelma e Louise, Dead man walking) e John Goodman (Il grande Lebowsky, Il tocco del male) completano un cast di alto livello per questo lavoro del regista Barry Levinson (Good Morning Vietnam, Rain Man) che va a riaprire una discussione mai chiusa nonostante i tentativi di politici di assopirla.

La trama, per quel che è mi è dato di conoscere tramite la wikipedia inglese, rispecchia abbastanza fedelmente, la storia del “Dr. Death” com’era chiamato dai media americani. Convinto del suo dovere (come medico) di dover alleviare le sofferenze del paziente quando queste diventano insopportabili, Kevorkian ideò una “macchina della pietà” (Mercy Machine) attraverso la quale il paziente, anche con un semplice movimento della testa, poteva dare il via a un flusso di sedativo che l’avrebbe dapprima mandato in coma e quindi al flusso del cloruro di potassio che avrebbe fermato i suoi battiti cardiaci. L’azione diretta del paziente era necessaria per evitare la prigione al dottore e ai suoi assistenti, trucco medico-legale che funzionò alla perfezione. Infatti nonostante la persecuzione nei suoi confronti del procuratore Thompson, Kevorkian risultò sempre vincente in tutti i processi a suo carico.

La scelta di “andare oltre” e cominciare a combattere per ottenere la legalizzazione dell’eutanasia praticandola attivamente sul suo centotrentesimo paziente, Thomas Youk, come detto gli costò la condanna per omicidio di secondo grado. Condanna ottenuta dallo stato del Michigan in un processo farsa in cui non furono ammessi a testimoniare i parenti della presunta vittima, per paura che i loro racconti delle sofferenze patite a causa della SLA influenzassero (come già avvenuto in passato) la giuria.

Il film mostra come anche in un paese fondamentalmente puritano come gli USA il discorso sul Testamento Biologico sia da tempo ampiamente superato, e il diritto di rifiutare qualunque tipo di terapia medica non è in discussione. Le azioni di Kevorkian infatti andavano oltre, volevano legalizzare il suicidio assistito in modo che il paziente non fosse costretto a lasciarsi morire di fame e di sete o a compiere (quando gli risulta possibile) gesti estremi per porre fine alle sue sofferenze.

Quello che risulta evidente dal film è l’ipocrisia di porre dei limiti tecnici all’atto medico. Se il paziente stacca da solo il meccanismo che porta alla sua morte (o quello della mercy machine descritto, o la bombola di monossido di Carbonio non fa differenza), allora l’azione è legalmente non punibile. Se il Dottor Morte gli inietta la soluzione letale allora è omicidio di secondo grado.

Ipocrisie e contraddizioni derivanti da grottesche morali irrispettose della libertà (e della sofferenza) altrui che da secoli appestano questo mondo.

J. Mnemonic

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