Alla fine la differenza è questa.
Da un lato un corteo immenso per Terni, come non se ne vedevano dai tempi della difesa del Reparto Magnetico dell’acciaieria; tra le quattromila e le cinquemila persone! Un numero impressionante per la città. Peraltro in un periodo dell’anno in cui le scuole sono chiuse e qualcuno è già corso altrove per allontanarsi dall’afa della Konka.
Un corteo non legato alla difesa dei posti di lavoro ma alla difesa e alla richiesta di Diritti Civili. Certo, era un manifestazione regionale e c’erano anche gli amici di Perugia, e quindi? Questo non solo non cambia nulla dell’eccezionalità dell’evento ma, anzi, ne aggiunge semmai.
Un corteo stupendo, colorato di arcobaleno, con la naturale bellezza dei nostri corpi. Magri, grassi, alti bassi, magari su una sedia spinta da altri per le vicissitudini della vita. Una bellezza anche ostentata e magari anche provocatoria, e quale sarebbe il problema? Forse il vostro concetto di bellezza è legato allo starsene zitti e buoni magari a far di contorno alla vostra trasmissione televisiva preferita? Tutt’altro, la bellezza è stata da sempre altro: la bellezza della protesta, della ribellione. La bellezza di chi ha detto che i tempi stavano cambiando. La bellezza di chi disubbidisce a leggi razziste e non si alza dal suo posto sull’autobus. La bellezza di chi ha detto: “vaffanculo tu e il matrimonio riparatore”. La bellezza di chi ha detto “Poliziotto, fuori da questo locale, siamo gay e siamo orgogliosi di esserlo.”
E se a volte la bellezza di quelle proteste si è tramutata in bruttezza trasformando in piombo i fiori con cui era partita, il discorso non cambia di una virgola. La colpa semmai è della repressione, la pretesa che il passare del tempo non porti cambiamenti nella società.. anche quando è chiaro che questa società non funziona, la negazione degli eventi, la pretesa di dire a migliaia di persone che scendono in piazza “Voi non contate nulla! Anzi, voi non dovreste neanche esistere!”.
È sempre la repressione che genera mostri, non la richiesta di veder riconosciuti i propri diritti.
Un corteo in cui nessuno si sognerebbe di dire ad altri, “Tu non puoi essere qui” o “Tu sei fuori luogo”. A meno che non si parli di fascisti che vogliono togliere i diritti, ovvio. Ma se su questo ancora non avete compreso la lezione di Popper, non è che avrete molte speranze (né tempo, probabilmente) di capirla in futuro.
Insomma, una giornata bellissima, inclusiva e includente, in cui tutte e tutti coloro che ne hanno voluto far parte hanno dovuto solo aggiungersi al corteo e alla festa successiva. Senza selezioni all’ingresso.
Dall’altro lato due ragazzini che si sono presi sulle spalle il ruggito dei leoni da tastiera e dei loro multi-account che da giorni, appena uscita la notizia del corteo del Pride, vomitano odio, bile, paura, ignoranza e arroganza sui social network. Con commenti allucinanti, roba che se questi fossero stati rivolti a movimenti politici i suddetti leoni da tastiera già si sarebbero ritrovati la polizia in casa a sequestrar computer e consegnando gli avvisi di garanzia. Parole del tipo “Vado lì con la motopala e li carico tutti n direzione dell’altoforno ast”, tanto per chiarire il livello di pacata discussione e argomentazione.
Insomma i due anonimi ragazzini hanno compiuto un’impresa che sarà ricordata alla pari della conquista di Marte, pianeta rosso bolscevico e traditor, compiuta dal gerarca Gaetano Maria Barbagli o delle mirabolanti vittorie dell’italico e repubblicano esercito, forgiato dal valore e le capacità di grandi generali come Vannacci, capace di conquistare un pollaio nella gloriosa battaglia del Cellina del ’21 (duemilaventuno).
Ovvero hanno tirato ben due bombe (d’acqua), pur trovandosi al di la della cortina di ferro separante la via del parco dal baravai e quindi mostrando una mirabolante nonché mascolina forza nelle loro braccia e gridando con tono di mascolino disprezzo “troia!” a chi stava parlando in quel momento. I due anonimi quindi sono poi fuggiti a gambe levate vista al soverchiante superiorità numerica delle forze avversarie, che magari non saranno state mascoline ma hai visto mai.
Ecco la differenza sta tutta qua. Per l’anno prossimo al prossimo Pride magari avrete scelto da che parte stare quando si parla di Diritti Civili.
Alessandro Chiometti
(foto dell’autore, riproducibili con i criteri CC di questo sito)
Amore e orgoglio
Questo è ciò che il mio cuore desidera ora
Inizia il tuo viaggio
Presto o tardi mettiti gli stivali
e cerca gli arcobaleni se è nuvoloso
Prendi il tuo asciugacapelli, soffia via tutti
Conoscere, sentire, vedere
Mangiare, dormire… questo è essere!
Toccare, provare, amare.
Amore e orgoglio
Questo è ciò che il mio cuore desidera ora