Che fine ha fatto l’otto per mille?

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Sig. Segretario Generale Mariano Crociata,
persone amiche mi hanno mostrato una lettera da lei inviata a nome della CEI nella quale richiede il sostegno economico per il sostentamento dei preti. Mi permetto di segnalare alcuni aspetti che denunciano un aperto, eclatante esercizio di ciò che si definisce “mistificazione”, l’arte cioè di mentire raccontando di un fenomeno una sola parte tacendone la seconda. Lei dice che il clero non è più mantenuto dalla “congrua” e che dal 1989 non esiste più il sostegno economico dello Stato e i pastori sono affidati, per il loro sostentamento, alla generosità delle comunità dove essi operano.
La congrua non esiste più , è vero, ma lei non dice che è stata sostituita con l’8 per mille. Mistificazione. Lei non dice che l’8 per mille gratifica la CEI per circa 1 miliardo e 200 milioni ogni anno di cui solo il 20% è destinato ad opere di beneficenza mentre il resto è speso proprio per gran parte per il sostentamento economico dell’apparato ( lo dice la stessa CEI in uno dei pochi e striminziti documenti pubblici al riguardo). Lei non dice che l’accordo con lo Stato Italiano permette alla organizzazione religiosa, di cui lei è parte,di incamerare circa il 90% dell’importo dell’8 per mille nonostante solo il 30%, o poco più, dei contribuenti scelga come destinatario la chiesa cattolica . Lei non dice che tale accordo prevede anche che, ogni anno, una commissione paritetica si riunisca per definire il rapporto tra il numero dei sacerdoti in attività pastorale e l’importo dei fondi ma che tale commissione in 28 anni non si è MAI RIUNITA.
Lei non dice che la chiesa cattolica possiede , secondo alcune autorevoli opinioni,circa il 20% del patrimonio immobiliare italiano, che costa ai contribuenti circa 1 miliardo e mezzo ogni anno per l’insegnamento della sua religione nelle scuole pubbliche, che fiumi di denaro fluiscono dalle casse statali, regionali, provinciali e comunali per le forme più svariate di sostentamento e supporto : per la stampa cattolica, per le scuole , per la sanità ( mai sentito parlare, eminenza, del s.Raffaele ?).
Molto disinvoltamente lei spera che la gran parte delle persone cui è destinato il suo messaggio tutto questo lo ignori ed in tale prospettiva scrive accorate lettere di aiuto. 

Esiste una categoria morale che si chiama ” pudore ” che impone moderazione e rispetto per le persone e costituisce un limite all’arroganza e alla prevaricazione. Ne faccia uso, talvolta almeno, eminenza.
 
Eraldo Giulianelli

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