CASSATA VATICANA

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L'Associazione Civiltà Laica è lieta di comunicare, urbi et orbi, che l’italico genio ha prodotto l’ultima specialità culinaria, che farà impallidire tutte le altre e rilancerà definitivamente il “Made in Italy”: la Cassata Vaticana.

1) In verità, in verità, il primo tentativo di sfornare un nuovo dolce era stato fatto dalla Corte di Cassazione:

“Il legislatore potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una singola persona, anche con gli effetti dell’adozione legittimante”.

I cuochi della Corte si erano avvalsi pure di ingredienti esotici:

“Una bambina russa e una donna single di Genova che vuole essere la sua mamma.

Vive con lei dal 2005, prima nella Federazione Russa dove l’ha adottata, poi negli Usa dove l’adozione è stata riconosciuta” [1].

Inoltre, la “Convenzione di Strasburgo sui fanciulli” del 1967 contiene una norma al riguardo, tanto è vero che l’adozione da parte di un single, a determinate condizioni, è possibile in tutti i Paesi occidentali ed europei, ad eccezione, “naturalmente”, dell’Italia.

Il dolce sfornato dalla Cassazione era stato apprezzato persino da un’assaggiatrice insospettabile, Alessandra Mussolini:

“Magari si arrivasse a legiferare.

Ho già presentato da due anni un progetto di legge per l’adozione ai single, ma ci sono tante resistenze, a cominciare da quella del sottosegretario Giovanardi” [2].

Cantava, però, Fabrizio De Andrè:

“… sul più bello

dello spiacevole e cupo dramma

piangeva il giudice come un vitello

negli intervalli gridava mamma …” [3].

2) Poteva, infatti, la “Premiata Pasticceria Vaticana”, presente sul mercato da 2000 anni, restare inerte?

Il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, estraeva la ricetta miracolosa:

“Non conosco nel dettaglio (ma questo è un dettaglio; NdA) questo caso e il pronunciamento della Suprema Corte.

Ma in linea generale ogni bambino ha il diritto a una madre e a un padre: questa dovrebbe essere la normalità.

… da quanto risulta a una prima lettura delle notizie, la Cassazione ha indicato delle cautele…

… le adozioni non vanno affrontate nell’ottica dei desideri degli adulti, delle loro aspettative da soddisfare, ma nell’ottica dei minori , la cui esigenza è avere entrambi i genitori” [4].

Già pregustando la leccornia, sia la Corporazione Universale Pasticcieri (CUP), sia i più autorevoli Opinion Leader Mondiali (OLM) hanno decretato che questa era una vera e propria “Cassata Vaticana”, anche perché cassava la sentenza della Corte di Cassazione.

La bontà del nuovo dolce era lestamente certificata dal Sottosegretario Giovanardi:

“… ci sono più aspiranti genitori che bambini, sia sul fronte dell’adozione internazionale che di quella nazionale.

Certo, se ci fossero così tanti minori senza famiglia da collocare, allora dopo le coppie composte da una madre e da un padre, si potrebbe pensare anche ai single” [5].

In linea con il tono sobrio, che gli è consustanziale, titolava in  prima pagina Il Giornale:

“Cassazione: il via libera all’adozione per i single stravolge la natura”.

Poi, Cristiano Gatti pontificava:

“Grande paese, l’Italia, per gli acrobati dell’esistenza: qui le ipotesi più futuribili e ardite, eticamente e religiosamente estreme, hanno primaria importanza e immediata risposta”[6].

Giulia Paola De Nicola, docente di sociologia della famiglia all’Università di Chieti, dava le imprescindibili coordinate culturali:

“La Cassazione è in linea con la pericolosa china su cui pare incamminato l’Occidente… non ci vuole molto a capire che la vera “battaglia” che s’intravede sullo sfondo è aprire alle adozioni anche per gli omosessuali… colpendo la famiglia non si fa il bene della società…” [7].

Grazie a La Stampa, possiamo mettere la ciliegina sulla “Cassata Vaticana”:

“Luigi Amicone, direttore ciellino della rivista “Tempi”, … accusa i giudici di “modificare a loro piacimento gli assetti culturali, personali, sociali, politici ed economici di una comunità civile” e sostiene che svolte di questo tipo vanno decise solo e unicamente in Parlamento” [8].

Colti da vertigini, di fronte a così sofferte e profonde meditazioni, noi auspichiamo soltanto che venga un giorno in cui gli abitanti di questo Paese, divenuto adulto e normale, commentino l’ennesima esternazione delle Gerarchie Ecclesiastiche, dicendo:

“Ah, sì, un’altra Cassata Vaticana!”.

Valerio Bruschini

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