BENEDETTO XVI: UNO DEI NOSTRI (?)

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1) Con il capo preventivamente cosparso di cenere, ci permettiamo di dissentire, per la prima volta, da quanto scritto dal nostro Presidente in:“Il sesto segreto di Fatima”:
“Non poteva durare a lungo il rapporto tra Paparatzie e la razionalità.
… In visita a Fatima…ha dichiarato che lo “scandalo pedofilia” era annunciato nel famigerato terzo segreto di Fatima.
Ma come?
… Parola di Ratzinger (allora Cardinale):
“Chi legge con attenzione il testo del cosiddetto terzo “segreto” di Fatima, che dopo lungo tempo per disposizione del Santo Padre, viene qui pubblicato nella sua interezza , resterà probabilmente deluso o meravigliato dopo tutte le speculazioni che sono state fatte.
Nessun grande mistero viene svelato; il velo del futuro non viene squarciato” [1].

2) A nostro avviso, è stato il Laicismo, che alcuni ravvisano in Lui, che ha fatto velo, in questo caso, al nostro solitamente infallibile[2] Presidente.
Essendo noi immuni dal veleno del Laicismo, in virtù del nostro conclamato moderatismo, proponiamo la corretta interpretazione delle Auguste parole del Pontefice, illuminati da quanto mirabilmente scritto da Sandro Magister:
“Curiosamente, le parole più folgoranti (La liricità di questa felice espressione fa immedesimare ogni lettore in Paolo sulla via di Damasco; NdA) del suo viaggio di quattro giorni in Portogallo, …Benedetto XVI le ha pronunciate prima di atterrare a Lisbona … la mattina di martedì 11 aprile” [3].
Grazie alla Protezione Civile, possiamo leggere queste parole senza essere inceneriti:
“… Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio (Si riferisce alla rivelazione di Fatima; NdA), vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”[4].
Per quanti, poi, si fossero messi all’ascolto in quel momento il Papa ha ribadito il concetto.
“Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori (Farebbe bene, pertanto, Civiltà Laica a non montarsi la testa; NdA), ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia.
Il perdono non sostituisce la giustizia” [5].

3) Parafrasando una vecchia canzone di Gianni Morandi, si potrebbe dire:
“Il Laicismo, lo sai, ha dei cuori di ghiaccio …”.
Infatti, solo un cuore di ghiaccio poteva sia rimanere insensibile al grido di dolore, che si è levato dai precordi dell’anziano Pontefice, sia lanciarsi in una filippica come ha fatto, ahimè, il Presidente.
Inoltre, Egli non ha tenuto conto di alcune conseguenze, che hanno avuto le parole di Benedetto XVI, ma che noi siamo in grado di rivelare, grazie ai servigi della talpa di cui disponiamo in Vaticano.
I Lefebvriani, appena hanno sentito che il Papa riconosceva che il “peccato … esiste nella Chiesa”, hanno subito proclamato una nuova ed irrevocabile scissione.
Sull’altro versante, Di Pietro ha immediatamente offerto la Presidenza onoraria dell’Italia dei Valori al Pontefice.
Il Cardinale Angelo Sodano, che aveva definito chiacchiericcio tutto ciò che concerneva lo scandalo della pedofilia ecclesiastica, è rimasto veramente folgorato dalle parole di Benedetto XVI ed è attualmente ricoverato nel reparto grandi ustionati del Fatebenefratelli.

4) Bisogna, inoltre, tener conto del fatto che quella di Sua Santità non è stata un’uscita estemporanea, ma un’affermazione giunta al culmine di un sofferto percorso meditativo:
“L’ha scritto con chiarezza cristallina nella memorabile lettera da lui indirizzata ai vescovi di tutto il mondo il 10 marzo del 2009.
… E il 19 marzo (del 2010; NdA), nella lettera ai cattolici dell’Irlanda, aveva scritto cose analoghe.
… Nell’Omelia da lui pronunciata … nella messa celebrata lo scorso 15 aprile coi membri della pontificia commissione biblica:
“ … Adesso, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che fare penitenza è grazia” [6]”.
Pertanto, l’intima coerenza e l’indiscutibile organicità del Papa-pensiero sono spiegabili solo con l’influenza su di Lui esercitata da quel Logos con cui Egli ha da tempo instaurato una senz’altro pericolosa relazione, perché, come dice il proverbio:
“ Chi va con il Logos, impara a …ragionare” e non cerca più alibi in oscuri ed inesistenti complotti.
Questo è il motivo per cui, all’interno del Laicismo italiano ed internazionale, si è immediatamente formata una corrente il cui motto è:
“Benedetto XVI è uno dei nostri!”.
Come spesso accade in questi casi, alcuni Laicisti hanno voluto strafare e si sono calati nei panni degli allievi, che vogliono superare il Magister, cosicché sono andati a ripescare quanto detto dall’ancora Cardinale Ratzinger alla IX Stazione della Via Crucis del 2005:
“Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!
Quanta superbia, quanta autosufficienza!
… Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare …
E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano.
La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano.
Ma siamo noi stessi a sporcarli”[7].
Questi Laicisti, dopo lo scontato commento:
Lui sì che se ne intende!”, sono partiti in quarta ed hanno elaborato una congettura/elucubrazione, che noi riportiamo solo per dovere di cronaca, ma che, a loro avviso, sarebbe in grado di spiegare pure uno degli arcani della storia recente della Chiesa.
La congettura.
Tutti sanno che Joseph Ratzinger prese parte al Concilio Vaticano II come teologo progressista; tuttavia, con il passare del tempo, sorprendentemente, non solo abbandonò questa posizione, ma divenne addirittura l’araldo della corrente più decisamente conservatrice, che alcuni perfidi studiosi qualificavano perfino come reazionaria.
Bene, sia pure a distanza di alcuni decenni, l’enigma è stato risolto.
Ratzinger aveva compreso subito quanta sporcizia vi fosse nella Chiesa, ma aveva anche capito che i Progressisti non avrebbero potuto far nulla, anzi sarebbero stati i bersagli preferiti delle Ecclesiastiche Gerarchie.
Pertanto, pur rimanendo in cuor suo fieramente progressista, decise di passare dall’altra parte, anche se questo lo costrinse a diventare il persecutore, per così dire, proprio di coloro che continuavano a battersi a viso aperto per un rinnovamento della Chiesa, come Leonardo Boff.
Pagando questo prezzo, Egli è, però, riuscito ad arrivare proprio al vertice della Chiesa stessa e da lì ha potuto finalmente intraprendere quell’opera di pulizia, che da giovane aveva sognato.
In base a questa congettura, i Laicisti di cui sopra hanno addirittura coniato questo slogan:
“Chi alla lotta ci conduce?
Benedetto il nostro duce!” [8].
A noi, francamente, queste elucubrazioni fanno sorridere tanto quanto quelle concepite nell’avverso campo delle componenti ecclesiastiche più conservatrici.
Queste ultime, infatti, alla luce delle recenti affermazioni papali, sostengono che l’ascesa, realizzata da Joseph Ratzinger, sia uno degli ultimi capolavori della famosa e famigerata Stasi, cioè del Servizio segreto della ex Germania Orientale, che Lo infiltrò all’interno della Chiesa, per disgregarla dall’interno.
A fronte di un così intenso lavorio cerebrale sull’operato di Benedetto XVI, noi non possiamo che ripetere i versi del Poeta:
“… nui /chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui/ del creator suo spirito
più vasta orma stampar” [9].

NOTE
[1] Chiometti Alessandro, Il sesto segreto di Fatima.
Avendo fatto leggere in anteprima questo testo ad un’iscritta all’Associazione ed avendo la stessa fatto notare che, soprattutto chi non conosce Civiltà Laica ed i rapporti, che intercorrono tra i suoi aderenti, poteva prendere sul serio il dissenso da noi proclamato, chiariamo che tutto il pezzo è all’insegna dell’ironia e dell’autoironia.
Naturalmente, non può essere chi scrive il giudice della bontà dei risultati conseguiti con queste “armi” piuttosto difficili da maneggiare.
[2] Le malelingue potrebbero pensare che esista in Civiltà Laica una sorta di culto della personalità del Presidente; vogliamo rassicurarle anche in questo caso: sono i nostri avversari a considerarlo infallibile.
[3] Magister Sandro, Chiesa perseguitata? Sì, dai peccati dei suoi figli,
in: www.chiesa.espressonline.it.
[4] Ibidem.
[5] Ibidem.
[6] Ibidem.
[7] Ratzinger Joseph, Quanta sporcizia c’è nella Chiesa …, in: Famiglia Cristiana, p.21, AnnoLXXV, N.18, 1°maggio 2005.
[8] A scanso di equivoci: in questo caso, la parola duce è adoperata nel senso di: guida.
[9] Manzoni Alessandro, Il Cinque Maggio, versi: 31-36.

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