Le foto scomode e la politica demenziale

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Che l’Italia sia il paese con il tasso di analfabetismo funzionale, o misperception (errata percezione della realtà) più alto di tutto il mondo occidentale, vincendo peraltro con  ampio distacco sui secondi, è cosa nota.

Quello che molti devono cominciare a realizzare è che questo fenomeno non riguarda solo gli elettori succubi delle fake news razziste targate destra ed estrema destra.

Bei tempi quando per screditare un politico o un aspirante tale occorrevano foto con amanti, con mazzette, in divisa da SS o vestito da Drag Queen. Oggi per mettere in discussione tuttala credibilità di un nuovo movimento basta una foto, pensate un po’, con la famiglia Benetton.

E così da neofascisti e comunisti duri e puri (quelli sempre pronti ad epurare il meno comunista) dagli con gli anatemi (a proposito di convergenze parallele). I Benetton che “hanno ucciso decine di persone sul ponte Morandi” (sic) e che rubano le terre i Mapuche in Patagonia.

Ora al di là della nostra simpatia politica per le rivendicazioni Mapuche e la nostra concezione anticapitalista del futuro del pianeta, viene sinceramente da chiedersi vedendo certi attacchi ai portavoce del movimento, se non siamo in presenza di fenomeni patologici

Accusare le sardine o Santori di una foto con i Benetton (ed estendendo l’accusa ad ogni portavoce anche locale del movimento) significa semplicemente aver perso completamente il lume della ragione e aver consegnato le armi al giustizialismo travaglista dei grillini, che prima strillano e invocano pene di morte per una panda in doppia fila e poi si rivelano incapaci di amministrare anche piccole città. Come se i tradimenti a cinque stelle sulla Tav e molte altre cose non avessero insegnato nulla.

Perché mai un esponente di un nascente movimento nazionale di successo dovrebbe rifiutare un invito dai Benetton? O da Ferrero, o da Della Valle o da Del Vecchio? Perché altrimenti non è abbastanza comunista? Ma state scherzando o cosa?

Da che mondo e mondo sindacati e politici (anche comunisti) incontrano gli industriali. Ci mancherebbe che non lo facessero.

Ovvio, c’è modo e modo di incontrare una persona della parte avversa, ma dato che “le Sardine” sono ancora un movimento nascente dalla identità ovviamente confusa, vedere questi “duri e puri” (non ancora epurati da altri più duri e puri di loro) che sputano veleno su questi ragazzi ci fa davvero ridere. Ridere sì, perché ormai siamo cinici e tifiamo estinzione.

Il bello è che poi questi sedicenti “compagni duri e puri” sono spesso gli stessi che ancora prestano il fianco a far da spalla alle peggiori trasmissioni tossiche di Mediaset; quelli che in nome del cachet si prestano a fare “i comunisti da comodino” in vergognose risse da pollaio che sono una delle cause della situazione attuale di questo sventurato paese.

È chiaro che questo “nascente” movimento ha sulle spalle il peso enorme, in termini di aspettative, di una sinistra sempre più delusa e frustrata, soprattutto da quella parte della sinistra che non si rassegna a morire democristiana nel Pd. Ed infatti gli esponenti “Sardine” sono già stati caricati di domande e questioni che non sono il compito di una piazza che si è riunita solo per dire basta all’odio e alla fomentazione del razzismo dalle becere forze neofasciste italiane.

Chi ha un po’ di intelligenza a sinistra aspetterà che questo movimento cresca e giudicherà la strada che imboccherà; invece gli esaltati in cerca di visibilità per le loro forze che prendono lo zerovirgolaniente  alle elezioni ma si continuano puntualmente a presentare ovunque dandosi martellate sui coglioni (verrebbe da pensare che ci hanno preso gusto) li attaccano con le stesse motivazioni della lega e con gli stessi metodi dei grillini.

Non ci vuole molto per capire a chi, per forza di cose, va la nostra simpatia.

Alessandro Chiometti

 

20 Febbraio 2020   |   articoli, riflessioni   |   Tags: , , , , , ,