Spieghiamoci meglio…

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C’è qualcuno da queste parti, e non solo, che sta dando capziosamente ai nostri “laici” intenti un’interpretazione assolutamente fuorviante. Alcuni lo fanno per via dei condizionamenti subiti da certa stampa filo-vaticana, coadiuvata dagli interventi in TV di vari personaggi vicini alla Chiesa; altri invece, gli istrioni del cattolicesimo, sono proprio coloro che hanno elaborato a tavolino quelle strategie di comunicazione capaci di trasfigurare i nostri argomenti in concetti e volontà che, di fatto, non abbiamo mai espresso. Cominciamo con ordine.

1)      Perché la “fede” si chiama così? Perché, come si sostiene nello stesso Concilio Vaticano I, la cosiddetta “parola di Dio” non corrisponde alla verità intrinseca delle cose esaminata alla luce della ragione naturale, ma è un assunto privo di dimostrazione in cui si crede per “grazia divina” (più che altro, aggiungo io, per indottrinamento praticato sin dall’infanzia, altrimenti non si capirebbe perché Dio avrebbe concesso tanta “grazia” in alcuni Paesi del mondo ed ignorato del tutto i Cinesi, gli Indiani o gli abitanti delle isole del Pacifico. Cosa avevano loro, poverini, per non essere degni di tale “grazia”…?)

2)      Alla luce di ciò che ho scritto al punto 1, risulta ovvio che la “fede” nel Dio cristiano, come d’altra parte la fede in qualunque altro Dio, è un fatto esclusivamente personale che non può diventare legge per tutti (lo stesso Gesù Cristo disse “date a Cesare quel che è di Cesare”, distinguendo molto bene la sfera religiosa da quella politica, così come disse anche “chi mi ama mi segua”, ad ulteriore conferma della “non obbligatorietà” di condurre la propria vita attenendosi ai precetti cristiani)

3)      A questo punto poniamoci una domanda: quando il Parlamento emette una legge, non è forse vero che poi ne deve garantire anche il rispetto da parte dell’intera collettività? Naturalmente la risposta è “sì”. E allora… se il Vaticano interferisce nell’attività legislativa del Governo, non sta forse tentando di imporre a tutti, credenti o meno, regole valide soltanto per chi ha “fede”?

 

Di fronte a questa violenza, ingiustificata anche alla luce degli insegnamenti di Gesù Cristo, noi laici facciamo opposizione.

Non abbiamo mai inteso contrastare la fede penalizzando chi ce l’ha, come accadeva nella vecchia Unione Sovietica, ma altresì non riteniamo che sia lecito penalizzare chi questa fede, invece, non ce l’ha.

Le unioni tra omosessuali, tanto per fare un esempio, non hanno alcun risvolto negativo sulla società. Lo dimostra il fatto che di coppie omosessuali l’Italia è già piena e non mi risulta che ciò abbia causato il minimo problema alle coppie eterosessuali. (L’omossessualità, tra parentesi, è “naturale” esattamente come l’eterosessualità, visto che l’artefice sia dell’una che dell’altra è sempre “la natura”…)

Non ufficializzare le unioni tra omosessuali, pertanto, è una pretesa di origine puramente fideistica che non trova alcun riscontro nell’ambito di quei princìpi-base ai quali il Governo fa riferimento nel formulare una legge, in quanto, sottolineo di nuovo, gli omosessuali rappresentano una componente numerosa all’interno della popolazione (che ha quindi diritto di essere presa in considerazione dall’Ordinamento Giuridico come tante altre componenti, a volte assai più esigue, delle quali invece lo Stato tutela gli interessi). Inoltre le potenziali unioni civili tra omosessuali non costituirebbero alcun problema per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Allora, cari amici, mettiamo bene le cose in chiaro: se un omosessuale è cattolico, nessuno lo obbliga a sposarsi. Egli può benissimo reprimere la sua omosessualità considerandola un “disturbo psichico” come la Chiesa cattolica ritiene ed invita a fare. Nessuno di noi laici si oppone a questo!

Noi ci opponiamo fortemente, però, a quell’ingerenza vaticana che vorrebbe imporre a tutti un concetto, e di conseguenza un trattamento dell’omosessualità, di matrice esclusivamente confessionale, tant’è che la psicologia ufficiale non considera l’omosessualità un “disturbo psichico”, ma piuttosto una “tendenza naturale”.

Altrettanto abuso constatiamo nell’opposizione vaticana alla  legalizzazione dell’eutanasia e del testamento biologico.

 

Ora io mi chiedo: sulla base di quale logica il discorso che ho appena fatto è sbagliato…?

Nessuna logica, signori miei, nessuna logica… Altrimenti la Chiesa non tenterebbe disperatamente di offuscare il ragionamento di noi laici, travisandone lo spirito e i contenuti attraverso subdoli espedienti  dialettici.

                                                                                                         Raffaela Trequattrini

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