Sicilia: prove tecniche di alleanze nazionali

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Un test elettorale su oltre quattro milioni di votanti a pochi mesi dalle elezioni politiche è da esaminare con la massima attenzione; prendiamo in esame i dati che, quando sono stati esaminati quattro quinti delle sezioni, riservano sorprese.

Partiamo dal dato dell’affluenza: 47,4 percento. Questa mattina i commentatori radiofonici di diverse stazioni hanno gridato allo scandalo perché per la prima volta nella storia della Repubblica si scende sotto la linea psicologica della metà degli elettori.
Verrebbe da chiedersi il motivo di tanto clamore. Ci sembra il normale proseguire di una linea nera in cui il disinteresse si unisce al disimpegno motivato e giustificato dal penoso scenario politico che da decenni imperversa sul paese.

Ad ogni modo, il fatto che abbia votato meno della metà degli aventi diritto sfaterà se non altro la leggenda urbana che quando si sarebbe verificato questo fatto sarebbero cambiate le cose… in democrazia chi rinuncia al proprio diritto di votare, semplicemente non ha voce in capitolo. Questa la realtà, il resto sono chiacchiere buone per il grappino al bar della domenica dopo pranzo.

Veniamo ai risultati elettorali: Il Movimento cinque stelle di Beppe Grillo è il primo partito in Sicilia con il 14,8 percento; il nuovo governatore però sarà Rosario Crocetta candidato dell’alleanza Pd-Udc che raggiungono rispettivamente il 13,6 e il 10,8 percento, determinanti per la vittoria il 6,5 percento di voti raccolti dalla lista Movimento Politico; la destra paga le sue divisioni unita avrebbe probabilmente vinto ancora, infatti la somma dei candidati del Pdl e dell’ Mpa-Fli è oltre il 40 percento (come dire che in fin dei conti lo scenario non è cambiato più di tanto nonostante Grillo); la sinistra, Rc-Sel-Idv si conferma ai minimi termini anche se il risultato del suo candidato è un 6 percento che potrebbe essere comunque un punto di partenza.

Alcune considerazioni a caldo.

Il Pd vince in Sicilia al prezzo di un alleanza con l’Udc che ha governato questa regione con Cuffaro, Crocetta che in un’ora sul web ha già dichiarato che spazzerà via dirigenti, costi e sprechi neanche fosse stato eletto con il Movimento cinque stelle dovrà far i conti con alleati molto meno rivoluzionari di lui. Sinceramente, con queste premesse, non scommetteremmo un euro su una lunga durata del suo mandato.

«Il risultato ottenuto dal M5s in Sicilia fa pensare che Beppe Grillo possa ottenere un 25 percento a livello nazionale», sono parole del leader Udc Casini che chiama alla santa alleanza contro il nuovo male assoluto, se continuano così riusciranno a farci risultare politicamente simpatico anche il comico genovese. A questo punto viene da chiedersi: perché il governo ABC (Alfano-Bersani-Casini) non si traduce in alleanza elettorale e candida direttamente Monti invece di stare a perdere tempo con due primarie quando tutti e tre vogliono proseguire le politiche della Goldman Sachs? Per lo meno sarebbe tutto più chiaro!

La sinistra, o per meglio dire quello che ne rimane, non elegge nel parlamento regionale della Sicilia a causa di una legge elettorale assurda (sbarramento del 5 percento sulle liste collegate al candidato…. paradossalmente un candidato potrebbe trovarsi presidente della regione senza avere eletti), nonostante tutti i problemi avuti (Claudio Fava che a pochi giorni dalle elezioni non è riuscito ad avere la residenza in Sicilia ed è stato escluso lasciando il posto a Giovanna Marano… no non è una barzelletta è successo davvero) raccoglie tuttavia un 6 percento che in chiave nazionale potrebbe voler dire anche un risultato importante, o quanto meno un ritorno in parlamento che sarebbe già qualcosa.

Occorrerebbe a questa sinistra, unita in questa inedita alleanza con l’Idv un salto di qualità che non vuol dire un leader che attraversi a nuoto lo stretto di Messina, bensì riacquistare un po’ di credibilità. Tanto per fare un esempio e mostrare di aver capito la lezione sarebbe un gesto davvero apprezzabile (da chi si definisce ancora di sinistra) uscire da tutte le giunte che la vedono ancora alleata con forze che di sinistra non hanno niente. Sarebbe un alto prezzo da pagare in termini di potere, ma forse potrebbe essere un segno che si è davvero pronti a costruire qualcosa di nuovo e che le lezioni del passato sono state recepite.

 

Alessandro Chiometti

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