Siamo alla frutta, eh.. ‘Monseigneur’!

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 Beh, ormai è cardinale e quindi tecnicamente non potrei più appellarlo così, come ho fatto in altri articoli a lui dedicati;  però il titolo mi piace e non intendo rinunciarci.  Lo scriverò perciò virgolettato (v. titolo).  Il cardinal Gianfranco Ravasi-‘Monseigneur’- è senz’altro la persona  più colta e cerebralmente dotata del mondo cattolico.  Per convincersene basta leggerlo e/o seguire la sua rubrica ‘Frontiere dello spirito’ (canale 5).  È come respirare ossigeno puro!.. Da suo sfegatato ammiratore quale sono, è ormai circa un anno che lo sto rincorrendo per seguire l’ evoluzione di una sua prestigiosa iniziativa, il ‘Cortile dei gentili’.  Non posso, per motivi di spazio, spiegare il significato storico di questa espressione (informatevi!);  vado al sodo e dico che col ‘Cortile’ egli intende aprire un dialogo col mondo ateo e miscredente, e senza “.. nessun intento di conversione”!  Per chiarire meglio, conformemente al suo nuovo stile (v. avanti), usa un buffo, seppur pregevole ‘concetto basilare che unisce due campi semantici’(una metafora. Beh, vista la levatura del personaggio..). Paragona l’ateo e il credente a due cantanti lirici: “non dobbiamo fare un duello ma un duetto: e in un duetto tra un soprano e un basso, il basso non deve cantare in falsetto. Il nostro dialogo deve avere come fine proprio la conservazione della diversità”.  Premesso che: “il soprano sarà lei!”, devo aggiungere: “ma è meraviglioso!”.  Dopo secoli di scomuniche, conversioni forzate con bagni di sangue, roghi e tantissime altre ‘delicatessen’, qualcuno in ambito ecclesiastico è portatore di un’idea così squisita!  Gli atei non più reprobi per partito preso, ma portatori di una opinione che può insegnare qualcosa ai credenti.  Ma qual è l’origine di questo-eh, beh, sì!-improvviso cambiamento di rotta di cui ‘Mons.eur’ è protagonista assoluto?  Intanto:  sono rimasto stupito, come accennavo, dal fatto che ora, spesso, le citazioni con cui punteggia i suoi discorsi sono del tutto cretine, come:  “ciascuno di noi ha in sé un credente e un non credente che si interrogano a vicenda”(Carlo Maria Martini. Contento lui..), oppure del tutto ‘acid party’, come:  “quando si ascolta Bach si vede nascere Dio (ma.. non era eterno, una volta? ndr.)” (Emil Cioran. Un ateo, per giunta).  Ebbene non escludo, da amante delle tesi ardite quale sono, che il sentimento che sta al fondo di questa iniziativa (il ‘Cortile’) sa la PAURA; che notoriamente fa straparlare.  Non resta ora che chiederci da cosa essa tragga origine e alimento.  Ho fondati motivi per affermare che derivi dalla constatazione che la terra stia cominciando a cedere sotto i loro piedi;  che il cristianesimo sia ormai oggetto di un vistoso e-a detta del filosofo prof. Emanuele Severino-irreversibile processo di disgregazione.  È di poco posteriore al lancio del ‘Cortile’ la pubblicazione di un’analisi della Società americana di Fisica, basata su censimenti elaborati con opportune formule matematiche da cui si evince che in molti paesi la religione sarà tra pochi anni “solo un vago ricordo”.  “Dati alla mano, le varie confessioni si dovrebbero estinguere in nazioni come Australia, Nuova Zelanda e Canada.  Ma anche in alcuni stati europei.  A partire da Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Paesi Bassi e Svizzera.  Dalla secolarizzazione non si salverebbe nemmeno la cattolicissima Irlanda. “sempre più persone dicono di non avere nessuna appartenenza religiosa”, ha detto Richard Wiener, dell’università dell’Arizona”(Sette-CdS 070411).  I ricercatori promisero che a mesi ci sarebbero stati i primi risultati anche per il nostro paese. A me non sono giunti, ma forse non servono perchè ci ha pensato Marco Rizzi, seguendo altre vie (La Lettura-CdS 150112).  Brevemente. A nord di una linea ideale che va da Roma a Pescara, il processo di secolarizzazione è decisamente evidente. Anche il tradizionalmente ‘bianco’ Veneto si sta, in questo senso, rapidamente tosco-emilianizzando. A sud di quella linea, il ‘catto-tradizionalismo’ sembra ancora resistere, anche se la ‘presa’ non è più quella di una volta, e-questo lo dico io-c’è da augurarsi che il nostro valoroso e sfortunato Sud sappia al più presto recuperare e rivitalizzare quella che è la sua componente culturale più ‘gagliarda’. Ad es.: Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Giulio Cesare Vanini (i pre-Spinoza, come mi piace chiamarli) erano rispettivamente campano, calabrese e pugliese. Globalmente: il 15-20 % delle generazioni post-1980 si dichiara indifferente alla religione, il laicismo è più marcato nelle fasce di cultura alta e l’immagine dell’Italia sta passando da quella di ‘paese cattolico’ a quella di ‘paese genericamente cristiano’.  Beh, che ci vuol fare, ‘Monseigneur’?!  Ah, già! Per l’appunto, quello che sta facendo..     Un rilancio d’immagine s’impone.. eccome!   Eppure.. eppure.  Tante e tali sono le cattive abitudini che neanche la paura riesce a scalfirle.  Quando descrive qual è l’atteggiamento che, credenti e non, devono reciprocamente tenere, ‘Mons.eur’ afferma: “..il vero ateo non è mai sprezzante, sarcastico o dissacratorio. Così come il vero credente evita la scorciatoia del devozionalismo”.   Occappero..  però!  È dunque Gianfri a dirci come ci dobbiamo condurre!  Ecco il risultato di un allenamento bimillenario a pretendere la riverenza (non a caso si sono autoimposti il titolo di ‘reverendo’) e a ‘pararsi le terga’ in qualsivoglia situazione. Non poter sopportare neanche la minima spiritosaggine, se diretta a loro, persone o istituzione. Si chieda ad un qualsivoglia psicologo cosa si nasconde dietro un atteggiamento del genere.  Eh,no!..  mi permetto di parlare a titolo degli atei, come dice Gianfri, di ‘fascia bassa’(quelli che sfottono) e rivendicare il diritto di satira. A costo di giocarmi la reputazione di ‘vero ateo’(roba de matt.. come dicono a Milan).  Come se, inoltre, fosse facile rimanere compunti quando si è a contatto con chi professa e propala una dottrina incentrata sulla figura di tal Yehoshua ben Joseph (Giosuè figlio di Giuseppe. Il nome ‘Gesù’, peraltro inesistente, deriva da un errore di traslitterazione dall’aramaico al greco) il quale, nato da una ‘storia d’Anfitrione’(1) tra dio (no comment) e una virtuosa giovane palestinese, ad un certo punto della sua vita si dedicò totalmente a..  non si capisce bene a cosa, tali sono la contraddittorietà e la fumosità dei testi (Evangeli) che ne descrivono l’operato, sì che attraverso i secoli e sino ad oggi, ognuno se lo rigirò, e rigira, per gli affaracci propri (anch’io ho una mia teoria sul personaggio e i fatti annessi, che non dirò qui, ovviamente. Comunque.. a conferma..).  Certo è che nessuna delle sue affermazioni che possono essere interpretate ‘positivamente’ costituisce novità alcuna, e, di converso, di tutto quello che ha detto di inedito, beh.. ne avesse azzeccata una! Manco pe’ sbaglio(2). Una dottrina, quella di Giosuè Cristo (Dio salva l’Unto. Tradotto è anche peggio), qualsiasi essa sia, perorata da chi, per tutto il tempo, ha saputo eccellere in due sole specialità, l’autopromozione(3) e l’automantenimento. E per questa seconda ‘specialità’ hanno saputo ammorbare l’aria con ogni genere di ‘profumi’, compreso quello di carne umana bruciata. E per la prima, hanno costretto il mondo ad una parossistica sovrastima adorazionale (neologismo) nei confronti di Yehoshua, della quale non ci si vergognerà mai abbastanza per qualche millennio a venire.   Per dimostrargli però che fare dell’ironia non significa affatto essere facinorosi, invio al cardinalone nostro i migliori auguri per il prosieguo della sua iniziativa.  Mi permetto inoltre di suggerirgli l’adatta ‘parola d’ordine’ sul da farsi nel rapporto tra credenti ed atei:  né duello, né duetto ma un’altra, di quel greco antico che non usa più da molto (che c’entri qualcosa il pericolo di default-speriamo di no!-della Grecia?) e che già gli proposi quando era ancora Monseigneur (qui le virgolette non ci vanno):  Seisákteia .

                        Alessandro Petrucci      (anagramma:  cade pure’l san Cristo)

Note. (1) come dire..  corna!  Zeus(Giove), il padre di tutti gli déi, si innamora di Alcmena, la donna più bella del suo tempo, moglie di Anfitrione, re di Tirinto, in esilio a Tebe. Per possederla, prende le sembianze di quel re e va a Tebe, accompagnato da Hermes(Mercurio), che a sua volta aveva preso le sembianze del servo fedele di Anfitrione, Sosia(da cui il termine ‘sosia’ per indicare una persona somigliantissima ad un’altra). Dalla relazione tra i due (accettata quasi con sollievo da un frastornato Anfitrione dopo che gli sarà rivelata la vera identità del ‘ganzo’, perché..  se è Zeus che ha voluto così!..) nascerà nientemeno che Heracle (Ercole).  Il termine ‘anfitrione’ andrà poi ad assumere il significato di ‘ospite fastoso’, ‘padrone di casa generoso e ospitale’.  Celebri le commedie ‘Anfitrione’ di Plauto e ‘Amphytrion’ di Moliere (derivata da Plauto) che riprendono quel mito. (2) la previsione della distruzione di Gerusalemme (Luca 21-20) fatto poi veramente accaduto(70 d.C.), è ormai appurato essere un’aggiunta; posteriore al fatto, ovviamente. (3)  v. Bruno Ballardini ‘Gesù lava più bianco-ovvero: come la Chiesa inventò il marketing’ Ed. Minimum Fax.

1 Marzo 2012   |   articoli, riflessioni   |   Tags: ,