Priebke e la gara dell’ipocrisia

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nazisti_sofiaDifficile dire chi si sia comportato peggio nella gestione delle esequie di Priebke. Sembra che tutti si siano dimenticati di una cosa fondamentale: la morte è ‘na livella e ciò che non si è riusciti ad ottenere in vita non si otterrà infierendo sui cadaveri.

L’Argentina gli ha rifiutato la sepoltura eppure di certo non gli aveva negato un tranquillo vivere fino al 1994.

La Germania sembra rifiutarlo, o per lo meno se lo accoglierà lo farà solo dopo impressionanti pressioni diplomatiche. Chissà perché allora nega dal 2005 l’estradizione del criminale Sommer (condannato in contumacia) autore del massacro di S. Anna di Stazzema.

Vari sindaci italiani si sono pronunciati contro il seppellimento del nazista sul loro suolo territoriale, verrebbe da chiedersi di cosa hanno paura. Forse che il reato di negazionismo, che sta per venire introdotto nel codice politico italiano da un redivivo parlamento che dopo settant’anni scopre che i conti con il nazifascismo non sono chiusi, li costringa ad arrestare quei quattro idioti che verranno in pellegrinaggio sulla sua tomba?

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere, in settant’anni la nostra Repubblica non è riuscita a fa rispettare un semplice articolo della costituzione che proibiva la ricostruzione sotto ogni forma del Partito Fascista e adesso vogliamo stabilire la storia per legge? Alla voce “chiudere le stalle dopo che son scappati i buoi” metteteci pure la foto del parlamento italiano.

Last but not least, non poteva mancare la Chiesa Cattolica che fresca della nuova verginità regalatele dal papa più bonaccione della storia non poteva farsi cogliere in castagna e affrontare di nuovo le domande “perché negate i funerali a Welby ma li concedete ai nazisti?”.

Se dovessimo prendere per vera la giustificazione che circola, ovvero che Priebke non si era pentito, ricordiamo che il nazista in oggetto fu battezzato nel 1948 (dal famigerato Don Alois Pompanin che battezzò anche Eichmann) per sfuggire attraverso l’organizzazione Odessa ai processi alleati. Se settant’anni dopo non si era pentito possiamo immaginare qual’era il suo grado di pentimento allora. Ma del resto, quando si è trattato di Pinochet, che di certo non si era pentito, non sembra che la Chiesa abbia fatto tutte queste storie.

La realtà come dicevamo è che, comunque la si pensi, sarebbe stato molto meglio che si fossero concesse le sepolture come lui desiderava senza dar modo ai quattro idioti che seguono ancora la sua ideologia di sbandierarlo come martire.

E non è un discorso di pietà, buonismo o quant’altro, è semplicemente un discorso di buon senso, la storia non si insegna negando i funerali ai vinti o inserendo nei codici reati difficilmente perseguibili.

 

Alessandro Chiometti

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