LO SCANDALO DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE

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Comunicato-stampa

Lo scandalo degli insegnanti di religione, ingigantito dalla decisione
governativa di regalare ad essi un "tesoretto" tramite aumenti
biennali, è in realtà un insieme intollerabile di scandali. Il primo di
essi riguarda l'imposizione della religione come materia insostituibile
nella scuola pubblica e strumento di propaganda clericale tra i
giovani. La possibilità di rendere tale materia almeno davvero
facoltativa è stata negli anni vanificata dalle enormi difficoltà
imposte nei confronti della materia "alternativa": fermo restando che,
per i Cobas e per ogni laico/a, la religione è e dovrebbe essere
questione privata da tenere estranea alla scuola pubblica. Ma non meno
scandalosa è l'altra pietra miliare del "feudo" clericale nella scuola,
e cioè le modalità di reclutamento degli insegnanti di religione, non
assunti come tutti gli altri docenti in base a concorsi e titoli
riconosciuti dallo Stato, ma tramite insindacabile giudizio della Curia
cattolica, che fornisce e toglie il placet in base  alla sua dottrina. 
In altri termini i docenti di religione sono dipendenti dello Stato
vaticano e della gerarchia cattolica pagati dallo Stato italiano:
grottesca anomalia inesistente in alcun altro paese europeo o
"occidentale".


Ad aggravare ulteriormente i due già macroscopici scandali dell'Italia "giardino vaticano", se ne è aggiunto un terzo durante il precedente governo Berlusconi e con la ministra Moratti, avallato poi dal successivo governo di centrosinistra, e cioè la non-licenziabilità degli insegnanti di religione. Mentre qualsiasi altro docente assunto dallo Stato può perdere il posto di lavoro, i docenti di religione, in caso di non-conferma da parte della Curia, hanno comunque diritto ad un posto garantito in una altra materia: il che, paradossalmente, consentirebbe alla Chiesa cattolica, revocando ogni anno la "delega" ad un buon numero di docenti, di riempire la scuola pubblica di decine (o centinaia) di migliaia di "propagandisti". L'ultimo affronto alla laicità della scuola, nonché alla più elementare giustizia salariale, arriva ora: il ministro Tremonti regalerà, a partire da maggio 2010, ai docenti di religione, di fatto "di ruolo" e inamovibili, scatti biennali di stipendio (aumento mensile medio intorno ai 220 euro) con annessi arretrati dal 1 gennaio 2003 (per  migliaia di euro); gli stessi scatti biennali, a suo tempo unica modalità di "carriera" per i lavoratori della scuola, cancellati brutalmente con l'assenso di centrodestra e centrosinistra, e negati attualmente ai precari veri, quelli nominati dallo Stato. Ci sarà qualche forza parlamentare che ci aiuterà a bloccare almeno questo ultimo scandalo o tutta la politica istituzionale continuerà ad inchinarsi al potere vaticano e alla clericalizzazione della scuola?

Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS

18 Gennaio 2010   |   articoli   |   Tags: