L’altra faccia del diavolo

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“Aridatece l’esorciccio!!!” Il grido degli amanti del cinema horror non può essere che questo dopo la visione del brutto lungometraggio di William Brent Bell, regista americano con poca esperienza alle spalle e anche poca immaginazione a giudicare dagli scadenti risultati. Il Vaticano non ha disapprovato questo film, in barba a quello che dicono i trailer e i titoli di testa, la verità è che non ha espresso giudizi ufficiali se non quelli legati alla valutazione pastorale dei film che lo indica come futile/scabroso. Un giudizio neanche troppo severo in realtà considerata la consueta ostilità nei confronti del genere horror.

Il film inizia negli states dove Maria Rossi è stata catturata dopo aver ucciso due preti e una suora durante un esorcismo praticato su di lei, viene giudicata incapace di intendere e di volere e rinchiusa in un istituto psichiatrico. Alcuni anni dopo la figlia cresciuta indaga su di lei anche perché è avvenuto il suo misterioso trasferimento in una clinica di Roma, quindi ha l’idea geniale di iscriversi alla scuola per esorcisti organizzata dal vaticano per capire quello che è successo a sua madre. Idea ancor più geniale (e originale nevvero) quello di riprendere tutto il viaggio in Italia con la telecamera e un suo amico al seguito.
Alla scuola di esorcismo conosce dei preti ma anche degli scettici (non sono spiegati i motivi per i quali uno scettico dovrebbe iscriversi a una scuola di esorcismo) e naturalmente mentre si trova a Roma va a trovare anche sua madre. Il medico che la cura gli spiega che ha reazioni isteriche e violente verso i simboli religiosi, poi la porta nella sua stanza la cui uscita è circondata da crocifissi  “per precauzione” dice (risate sommesse in sala). La madre snocciola il consueto copione dell’indemoniata di turno e la visita si conclude con la prevedibile crisi isterica.
La ragazza si rivolge a due preti del corso di esorcismo, che svolgono esorcismi non autorizzati dalla Chiesa Cattolica che definiscono ipocrita e vigliacca perché si nasconde dietro le malattie mentali per non consentire lo svolgimento dell’esorcismo che è necessario perché il demonio si manifesti (lo sappiamo è dura da digerire ma è evidente che chi ha scritto il film aveva le idee confuse). Loro prima la coinvolgono in un esorcismo su di una loro paziente poi accettano di occuparsi della madre (il medico che diceva che la paziente aveva reazioni isteriche di fronte a oggetti e argomenti religiosi acconsente di farla visitare da due preti… non commentiamo, oggi non abbiamo voglia di infierire).
L’esorcismo ha successo nel senso che la madre viene presumibilmente liberata dai demoni (non lo sapremo mai in realtà) ma i demoni si trasferiscono negli esorcisti-fai-da-te. Risultato follia, suicidi, omicidi, tentati omicidi, e un incidente stradale che dopo 80’ faticosamente stiracchiati consente allo sceneggiatore di mettere la parola fine a una storia ridicola.

Cosa aggiungere? la pochezza del film è tale che l’unica domanda seria da porsi è come sia possibile che abbai trovato distributori e produttori per uscire in tutto il mondo. Lo stile del falso documentario è così abusato da rendere ancora più insopportabile l’inettitudine degli attori che sono credibili come uno scettico alla scuola vaticana di esorcismi. Per non parlare degli innumerevoli bloopers che in confronto gli orologi sugli avambracci dei gladiatori erano scuola di cinema! L’unica spiegazione è che ci sia qualcuno che finanzia queste operazioni per continuare a fomentare l’ignoranza e la superstizione della gente senza neanche degnarsi più di produrre almeno un prodotto cinematograficamente decente come “L’esorcista”.

Aridatece l’esorciccio e anche i sette euro!

J. Mnemonic

23 Marzo 2012   |   articoli, recensioni   |