La chiesa è compatibile con la democrazia?

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Con tutta la simpatia per l’ottimo lavoro analitico del Prof. Michele Martelli dobbiamo dire che purtroppo la domanda che da il titolo al suo libro (La chiesa è compatibile con la democrazia? – ed. Manifestolibri 2011, € 18,00) è malposta. Il libro infatti analizza con dovizia di particolari tutte le ragioni che portano inconfutabilmente a dire che la Chiesa non è una democrazia. Ma se questo era l’intento il lavoro del Prof. Martelli è senza dubbio interessante per quanto inutile. Interessante perché fa sempre bene ricordare tutto quello che i mass media unificati non ci dicono mai: concordati con i peggiori regimi fascisti, repressione della libertà di parola e di stampa, la perenne guerra alle eresie dai Catari al modernismo fino a giungere al relativismo (guerre combattute con mezzi diversi solo perché non gli è permesso attuare le persecuzioni medievali), il mancato sostegno ai diritti umani dell’ONU, l’affossamento del Concilio Vaticano II da parte degli ultimi due pontefici, le parole di Ratzinger sorprendentemente uguali a quelle di papi di secoli orsono e che ci vengono spacciate dagli illustri vaticanisti come “grandi novità” eccetera eccetera. Inutile perché nella “scoperta” che la Chiesa non è una democrazia  non c’è niente di nuovo, Karol Woytjla e Joseph Ratzinger l’avevano detto chiaramente, quindi bastava leggere le loro dichiarazioni. La domanda è malposta dicevamo perché lascia presupporre che si affronti una questione che nel libro invece non si tratta in alcun modo; ovvero l’eterna discussione sul tolerrare gli intolleranti o no. Probabilmente l’autore ha già preso posizione sul conflitto filosofico del concetto di tolleranza che va avanti da secoli, lo si intuisce dal continuo richiamare alle dittature nazifasciste e staliniste. Egli è verosimilmente convinto che una volta assodato che una forza (politica, religiosa, sociale) rifiuta le regole della democrazia (in particolare il flusso di potere che deve andare dal basso verso l’alto) non può essere tollerata nella stessa. Pena la scomparsa di questa. È una posizione del tutto legittima, tanti pensatori (non ultimo Karl Popper) hanno aderito a questa posizione che altrove abbiamo definito pragmatica. Tuttavia nel confronto filosofico ci sono anche sostenitori della cosiddetta posizione coerente, ovvero coloro che dicono che una democrazia realmente tollerante deve tollerare anche gli intolleranti. Altrimenti per forza di cose non sarebbe tollerante e quindi non sarebbe democrazia. Quindi la risposta alla domanda che da il titolo al libro non è così scontata come sembrerebbe dall’enorme mole di prove portate a sostegno dell’inconfutabile fatto che la Chiesa ha sempre visto, e probabilmente sempre vedrà (a meno di evoluzioni darwiniane imprevedibili) le regole democratiche come un nemico da combattere. Siano esse la libertà di stampa e di espressione, i diritti civili o l’abolizione dei privilegi che oggi si arroga per se grazie ai concordati. Tuttavia va comunque fatto un plauso all’autore per l’ottimo lavoro di analisi che rende le pagine piacevoli e utili come manuale da usare per citare le numerose lotte ecclesiastiche contro ogni tipo di modernità.

Alessandro Chiometti

2 Febbraio 2012   |   articoli, recensioni   |