Irreligioso feticismo e necrofilia nella Chiesa cattolica

Pubblicato da

* Francesco Pullia su Notizie Radicali

Purtroppo non esiste visione più irreligiosa e antispirituale di quella espressa dagli attuali vertici della Chiesa cattolica. Visione che, come metastasi incontrollata, si estende al mondo dei cosiddetti intellettuali più o meno atei e più o meno devoti, a uomini e donne, a metà strada tra l'avanspettacolo, la politica di basso profilo, l'istrionismo vanesio, che ambiscono a primeggiare a tutti i costi sulle pagine patinate di rotocalchi o trasmissioni d'intrattenimento senza arrendersi all'età avanzata, a parlamentari, più o meno affiliati all'Opus Dei, che, con le loro castronerie, screditano le istituzioni riscuotendo, però, l'attenzione di quel mondo di nani, ballerine e parassiti che in larga parte popola il giornalismo italiano.


Non bastavano le bestemmie, sì bestemmie perché di questo si tratta, della sproloquiante Binetti che, nella sua illimitata presunzione, s'arroga di avere un rapporto diretto con Dio, a tal punto da chiederGli, e vantarsi di avere ottenuto, nientemeno che un Suo intervento per fermare un disegno di legge (qualche malevolo potrebbe pensare che forse è per colpa di simili richieste che il buon Dio non troverebbe il tempo per occuparsi di tanti poveri disgraziati condannati ad essere sterminati da fame, sete, malattie, da calamità "naturali" o evitare il compimento di efferati crimini…).

Non bastava tale Pierino Gelmini, meglio noto come "don", da Amelia che, vistosi messo alle corde dalle accuse di una decina di giovani e dalle conclusioni cui è giunto il pubblico ministero Barbara Mazzullo, sostituto procuratore presso il Tribunale di Terni, invoca anch'egli la discesa in campo dell'Altissimo minacciando tuoni e fulmini e addirittura l'abbandono dell'abito talare (e chi se ne frega, si sarebbe tentati di dire) mentre rappresentanti della destra, insieme ad ex socialisti (d'altronde come dimenticare la presenza del presule melchita nella direzione del partito del garofano ai tempi aurei craxiani!) ed ex verdi, fanno a gara per farsi riprendere, con tanto di mogli, in prima fila durante le sue prediche-comizio.

E, ancora, non bastavano l'iniziativa di un altro ex (ex socialista, ex comunista, ex lottacontinuista, ex informatore della Cia) come Giuliano Ferrara a favore di una revisione (siamo sicuri che non sia, invece, snaturamento?) della legge 194 sull'aborto, le esternazioni opusdeiste (qualcuno forse ne avvertiva il bisogno?) del villoso Lucio Dalla, le contrite affermazioni della signora Roccella, i giudizi del card. Ruini, improvvisatosi politologo e storiografo, sui defunti segretari del trapassato Pci. No, non bastava questa china rovinosa.

Di questi giorni è la notizia che il corpo di Padre Pio da Pietrelcina sarà riesumato ed esposto per alcuni mesi in una teca di vetro e che, conti alla mano, l'evento attirerà prevedibilmente un'affluenza maggiore degli oltre sette milioni di visitatori l'anno e procurerà (ciò che più conta) un giro impressionante di miliardi.

Se questo non è feticismo, cos'è? Se tutto ciò non richiama alla memoria i tempi bui della vendita delle indulgenze, cioè della più estrema lontananza della Chiesa dall'insegnamento di Cristo, cos'altro può farlo? E, ancora, non è per caso in palese contraddizione con le raccomandazioni dell'attuale pontefice a distogliere la Chiesa dagli interessi materiali?

Caspita, se questo non è materialismo (e di che tinta!) cos'altro può esserlo?

E' in atto, da parte delle gerarchie vaticane, un ennesimo tentativo di offendere e umiliare i credenti cattolici, di estraniarli dalla loro sincera e rispettabilissima fede per indirizzarli verso una pantomima di bassa estrazione, verso un'esperienza simulacrale che non ha nulla né di sacro né di religioso. Proprio per questo motivo occorre che il laicismo ritrovi in sé gli strumenti più idonei e opportuni per farsi garante di una religiosità non condizionata e condizionante, non assolutistica ma vibrante, libera e liberante perché sgorgante dall'interiorità dell'uomo.

Una religiosità portatrice di aggiunte, non di limitazioni o privazioni, arricchente, basata sulla nonviolenza, sulla compresenza dei viventi e degli assenti, sulla compassione intesa non come atteggiamento pietistico ma come sconfinato amore nei confronti di ogni aspetto dell'essere.

7 Gennaio 2008   |   articoli   |   Tags: