Il Cavaliere Oscuro ritorna, ma è di destra o di sinistra?

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Batman è tornato nelle sale cinematografiche per concludere maestosamente la trilogia diretta da Cristopher Nolan. Dopo aver visto l’anteprima dell’ultimo capitolo possiamo dire che i tre film di Nolan rendono finalmente giustizia ad uno degli eroi di carta più popolari del mondo; speriamo che adesso si possano relegare per sempre nel dimenticatoio i tristi esperimenti precedenti di Tim Burton con un Michael Keaton improponibile (salviamo per carità di patria Jack Nicholson nei panni del Joker e Michelle Pfeiffer in quelli di Catwoman) e i seguiti assolutamente senza senso interpretati prima da Val Kilmer e poi da George Clooney.

Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro e Il Cavaliere Oscuro – il ritorno hanno portato finalmente sullo schermo l’atmosfera apocalittica dei fumetti (con chiaro riferimento a quelli aventi come autore principale Frank Miller) rispettandone spirito, regole e filosofia.

La trilogia si regge essenzialmente sul pilastro centrale, il secondo capitolo, che, oltre al cast stellare con Christian Bale nei panni dell’uomo pipistrello, Gary Oldman (commissario Gordon), Morgan Freeman (J. Fox) e Michael Caine (il maggiordomo Alfred) si è potuto avvalere anche della magistrale interpretazione del mai abbastanza rimpianto Heath Ledger nei panni del Joker (premio oscar postumo per questa interpretazione).

Il terzo capitolo era forse il più complesso da realizzare, in primo luogo perché portava sulla scena il criminale che sconfisse Batman nei fumetti ovvero Bane e poi perché doveva chiudere in modo convincente la trilogia.

Possiamo dire che l’impresa è riuscita. Forse non tutti i dettagli saranno al posto giusto per i puristi del fumetto, ma dal punto di vista cinematografico il film è pressoché perfetto, evitiamo di svelare i dettagli della trama che vede Gotham City (fin troppo facile identificarla con New York) assediata da una pseudo rivoluzione guidata da criminali.

Ora il tema che lasciamo volentieri approfondire ai fomentatori di polemiche sterili in cerca di spazio sui quotidiani nazionali è l’annosa domanda se Batman sia di destra o di sinistra, domanda vecchia ormai come il cucco e riproposta ogni qualvolta la storia di un eroe o di un gruppo di eroi raggiunge il successo. è avvenuto con Tex, con l’uomo ragno, con i vendicatori etc.

Sinceramente queste discussioni non ci appassionano più di tanto, perché se è pur evidente che certe storie abbiano un retrogusto più reazionario e militarista di altre (parliamo ad esempio di 300) quello che dovrebbe essere lapalissiano è che ogni autore ha il diritto di mettere le sue convinzioni politico-filosofiche nella storia che sta scrivendo. Così se Watchmen di Alan Moore è quasi un inno all’anarchia e l’apoteosi del complottismo, 300 e Batman probabilmente possono essere letti in chiave più reazionaria. Diciamo probabilmente però per vari motivi.

Il primo che ci viene in mente è che molti commentatori “di sinistra” pronti a denunciare la propaganda militaristica di 300 dimenticano che il mito dell’eroe militare non è cultura esclusiva di destra; basta ricordare i legittimi miti della resistenza italiana o tanto per fare un esempio internazionale quello di Vassili Zajcev in Unione Sovietica.

Il secondo è che è sempre difficile catalogare eroi fumettistici che per loro natura sono essenzialmente anarchici e restii ad ogni forma di catalogazione. Lo stesso Batman / Bruce Wayne che dovrebbe essere l’esempio dell’eroe di destra ipso facto in realtà ha una natura molto complessa sovvenziona: con i suoi soldi ricerche per le energie alternative, toglie dai militari le tecnologie che giudica troppo pericolose e sovvenziona il welfare nella sua città.

Insomma lasciamo volentieri ad altri la discussione su quale eroe dei fumetti sia positivo e quale sia negativo, per noi le storie vanno comunque assaporate quando sono raccontate bene ed in questo senso la trilogia di Cristopher Nolan lo è certamente.

J. Mnemonic

22 Agosto 2012   |   articoli, recensioni   |   Tags: , , , , , ,