Caro Draghi, se è venuto a fare la parte del poliziotto cattivo può anche andarsene.

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Avevo salutato con molto ottimismo l’arrivo di Mario Draghi, fiducioso che finalmente venisse qualcuno che avesse ben chiaro le possibili conseguenze del disastro economico all’orizzonte e della demenzialità della gestione italiana dell’epidemia.

Pensavo che finalmente fosse arrivato qualcuno a dare ”la svolta”, cosa che non vuol dire il “liberi tutti” con conseguenti orge in piazza come alcuni ottusi sostenitori di Conte e Speranza vogliono credere e far credere, bensì solo il passaggio a una gestione razionale e scientifica dell’epidemia che dopo un anno non può più essere considerata emergenza (vedere il Giappone, 126 milioni di persone, età media più alta della nostra, densità abitativa molto più alta della nostra, eppure 9300 morti contro i nostri 112000).

Se i primi giorni di governo facevano ben sperare, già alla nomina dei ministri con la conferma degli impresentabili Franceschini e Speranza e il riproporsi di Brunetta (che a causa delle sue spending review orizzontali e dei suoi blocchi indiscriminati del turnover nell’amministrazione pubblica, come se questa fosse tutta uguale, è una delle cause per cui il SSN è in profonda crisi con le conseguenze dovute alla Covid che conosciamo), il mio entusiasmo si era molto ridimensionato.

Ora dopo quasi due mesi in cui il “tecnico-dei-tecnici” continua a firmare in modo acritico DPCM e provvedimenti vari, seguendo le direttive di in un laureato in Scienze Politiche e catapultato dal partito a gestire il ministero della Salute (scelta molto criticabile già di per se, figuriamoci confermarlo “con stima” dopo la sua gestione che ha portato l’Italia ad essere il primo paese dell’Europa Occidentale per Letalità e il terzo per Mortalità dovute alla Covid19); in cui continua a pensare solo a stilare piani per un Recovery Fund che, ormai è chiaro, riguarderà solo in minima parte la Sanità Pubblica; sentirlo accodarsi all’assurdo istigare la guerra e l’odio fra categorie di italiani, perché alcune di queste “vogliono saltare le code dei vaccini”, no. Quando è troppo è troppo.

Se l’egregio Prof. Draghi è venuto per interpretare la parte del “poliziotto cattivo” (e quindi far credere che Conte fosse quello buono) può tornarsene immediatamente da dove è venuto con tutti i suoi titoli e i tappeti rossi che pure gli vengono stesi in Europa.

Un attacco agli italiani, stremati da un anno di inutili (sì, inutili) misure medievali e demenziali, che sono stati fin troppo buoni e fin troppo (imprevedibilmente) disciplinati (e questo è confermato dal bassissimo numero di sanzioni effettuate di fronte a uno spiegamento di forze di controllo che mai si è visto in campo per il contrasto a mafie e camorre varie), colpevoli solo di seguire il piano vaccinale stilato dal Governo stesso che prevedeva le categorie prioritarie da vaccinare (peraltro così stilato nonostante qualcuno avesse fatto subito notare che era meglio vaccinare gli anziani e le categorie sensibili ma Speranza arroccato nella sua torre avariata è rimasto indistinguibile dai muri della stessa), è letteralmente intollerabile.

Per di più dopo che insieme ai suoi amici di Bruxelles guidati dalla Von der Layen (incapace finanche di reagire come si deve a uno sgarbo di Erdogan di quella portata, roba che viene davvero da chiedersi “Ma chi ce l’ha messa?”) hanno fatto la figura dei pezzenti (spelling: P E Z Z E N T I) a trattare per questioni di 5 euro a vaccino con le case farmaceutiche, (roba che non farebbero neanche i tossici sotto i ponti della superstrada per una dose di eroina) facendoci restare indietro di mesi nella diffusione di questi.

“Ogni limite ha una pazienza” diceva il caro Antonio De Curtis; e nessuno pensava che il limite della pazienza degli italiani fosse così alto.

Adesso o l’egregio tenico-dei-tecnici venerato da ogni agenzia di Rating del mondo, ha la volontà, gli attributi e quindi la possibilità di imprimere una svolta decisiva per far finire questa assurda emergenza, oppure prenda pure tutti i suoi titoli e le sue competenze e se ne torni da dove è venuto.
Non è tempo per questi ridicoli teatrini su chi è il poliziotto cattivo e il poliziotto buono, visto anche che i “teatrini” sono chiusi senza motivo alcuno da mesi.

Alessandro Chiometti

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