Bye bye mister vatican pie!

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popeCi sono cose più rare della morte di un papa e una di queste è l’abdicazione di un papa.

Per ritrovare l’ultimo papa a rinunciare volontariamente al trono occorre risalire a Gregorio XII che ha abdicato nel 1415 a seguito delle vicende avignonesi, stiamo parlando quindi di quasi 600 anni fa.

Le imbarazzanti reazioni dei politici in piena campagna elettorale tracciano il solco per la consueta inondazione di commenti banali e profusi in salamelecchi, ci aspetterano poi gli editoriali dei vaticanisti che ci illustreranno la magnificenza di un gesto rivoluzionario.

Saranno indubbiamente gli stessi che nel 2005 cercavano di convincere tutti, e in primo luogo loro stessi, che la scelta di Ratzinger era una scelta bellissima e che avrebbe portato fortuna alla Chiesa Cattolica.

Il gesto di Ratzinger invece dimostra che aveva ragione chi otto anni fa diceva che non era certo la scelta più adatta che si potesse fare anche se inevitabile visto il conclave creato ad hoc da Karol Wojtyla per scegliere i suoi futuri successori.

Ratzinger era, ed è, un teologo inflessibile e poco portato al compromesso politico, cosa di cui un sovrano ha sempre bisogno; non ha saputo camuffare come il suo predecessore le sue idee reazionarie sotto un volto buono e fotogenico. Non ha quindi saputo usare il pugno di ferro in un guanto di velluto come Wojtyla che mentre metteva all’indice la teologia della liberazione sapeva apparire come amico dei poveri e attento alle innovazioni della società.

Insomma non basta certo andare su twitter per sembrare moderni e al passo con i tempi mentre si condannano gli atei, i laici, i preservativi e si scatena l’ira del mondo islamico con un discorso politico all’università di Ratisbona.

Il futuro per la Chiesa Cattolica non è certo roseo, anche se metterà al posto di Ratzinger qualcuno più affabile e presentabile non riuscirà certo a far dimenticare tutti gli scandali degli ultimi anni, primo fra tutti quello sulla pedofilia di cui solo nel nostro paese, grazie alla complicità dei nostri mass media, non si sente più parlare. Mentre chi legge la rassegna stampa internazionale sa bene che la cosa è ben lontana dall’essere dimenticata; basta pensare che il giudice californiano Elias alla fine del 2012 ha ordinato di rendere pubblici i carteggi tra i vescovi e i sacerdoti del luogo e il Vaticano onde evitare che siano ancora coperti i nomi dei pedofili.

Di certo grazie ai mass media e alle forze politiche più papiste del papa in Italia la maggior parte della popolazione continuerà ad avere un idea quanto meno edulcorata della situazione reale, tuttavia la rete globale non perdona e i risultati si vedono. Per avere un idea dell’attuale popolarità del papa anche Antonio Socci ha dovuto implorare la Chiesa che togliesse Benedetto XVI da twitter perché “raccoglie solo insulti”.

L’oligarchia gerontologica vaticana che controlla immense risorse finanziarie avrebbe tante cose su cui meditare: dall’anacronismo delle sue posizioni al distacco sempre maggiore della popolazione (l’indagine di M. Marzano del 2012 stima in modo credibile i cattolici praticanti nel belpaese intorno al 10%), ma non scommetteremmo un euro sulla sua propensione a farlo.

 

Alessandro Chiometti

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