Birdman

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[voto 8.2/10]

[attenzione: spoiler inside]

Che Alejandro Gonzalez Inarritu fosse un genio del cinema e in assoluto uno dei migliori registi contemporanei lo sosteniamo fin dopo la visione di Amores Perros, suo esordio nei lungometraggi. I suoi lavori successivi, 21 grammi e Babel, che come il primo erano fatti sempre con Guillermo Arriaga alla sceneggiatura, lo confermarono in pieno.

birdmanDopo la separazione con il suo sceneggiatore in molti dubitavano che il suo successo sarebbe continuato a lungo. Se una prima spallata a questa nefasta profezia era arrivata da Biutiful, film molto apprezzato ovunque, ora Birdman cancella definitivamente ogni dubbio: Inarritu è un genio del cinema al di là di ogni ragionevole dubbio.

La trama del film vede un Michael Keaton nei panni di Riggan Thomson, attore alle prese con i suoi fantasmi del passato, ovvero l’aver interpretato tre film di successo commerciale nei panni di un supereroe alato, Birdman per l’appunto. Ora invece sta cercando di essere riconosciuto come un vero bravo attore producendo uno spettacolo teatrale che lo vede protagonista in un’opera di Raymond Carver ovvero “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”. Il fatto però è che Riggan dei “superpoteri”, ovvero la telecinesi e la capacità di fluttuare nel vuoto, sembra averli davvero e tutto il film gioca sul dubbio sul fatto che questi siano reali o che siano solo una sua follia, come del resto il sentire di continuo il suo alter ego Birdman che gli parla all’orecchio consigliandolo di tornare ai film commerciali perché a Broadway non lo accetteranno mai.

Trovata una spalla ottima per lo spettacolo (Edward Norton nei panni di Mike Shiner promettente attore di Broadway ma con una vita personale movimentata e un caratteraccio impossibile), Riggan è costretto a confrontarsi con problemi economici con il suo agente-manager Jake (Zack Galifianakis), problemi familiari con sua figlia Sam (Emma Stone) e inconvenienti di scena. Il tutto con l’incubo di una recensione negativa della famigerata Tabitha Dickinson che pur amica di Mike promette di stroncargli lo spettacolo a prescindere perché non sopporta le celebrità hollywoodiane.

Mentre i dialoghi con il suo alter ego continuano a imperversare giunge la sera della prima, in cui tutto va per il meglio ma per l’ultima scena Riggan sostituisce la pistola finta con una vera e si spara alla testa realmente.

Non muore, si risveglia dopo operazioni di plastica facciale che gli hanno dato un nuovo naso, con il suo agente Jake che gongola per il successo, gli legge l’entusiasmo della recensione di Tabitha che lo incensa e gli assicura che il suo spettacolo andrà in scena per l’eternità.

Riggan appena si trova solo va al bagno a guardare il suo nuovo naso, vede Birdman seduto sul water che lo guarda e poi esce, apre la finestra e si lancia a seguire i suoi amici pennuti nel cielo. Quando la figlia rientra nella stanza d’ospedale teme il peggio vedendo la finestra aperta, prima guarda verso il basso, poi sente un richiamo di un rapace guarda in cielo e ride.

Da tempo sinceramente non vedevamo recitazioni così intense sullo schermo e un ritmo emozionale così serrato. Pensare che Michael Keaton è stato il primo Batman degli anni ’90 che in pratica ha rilanciato tutto il genere “supereroi” fa assumere al film un doppio piano di realismo che travalica davvero lo schermo. Una riflessione intensa, sul confronto fra i diversi valori delle opere blockbuster con effetti speciali a profusione e le recitazioni intense sul palco teatrale in un mondo che però è altrettanto finto rispetto ai blockbuster.

Un film da gustare e rigustare in ogni singola scena e scoprirne i dettagli più nascosti. Oscar più che meritato una volta tanto.

J. Mnemonic

28 Febbraio 2015   |   articoli, recensioni   |   Tags: , , , ,