About: Lo chiamavano Jeeg Robot

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[voto 8.3/10]

Dopo “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores siamo andati a vedere il nuovo film sui supereroi all’italiana con un certo timore. Non perché il primo non ci fosse piaciuto ma perché il rischio di scimmiottare troppo il cinema americano ci sembrava veramente dietro l’angolo.
Ma se nel film di Salvatores al centro della vicenda risultava il ragazzo con i suoi superpoteri in crisi adolescenziale (cosa che insomma per chi segue i supereroi non è certo nuova) il film del debuttante Gabriele Mainetti va molto oltre i cliché del filone supereroico.
L’operazione del regista è quella di sfruttare la storia “fantascientifica” per mettere al centro dell’attenzione una città, Roma, con il degrado delle sue periferie e l’alienazione dei suoi abitanti.
Ci piacerebbe definirlo un film distopico, ma in realtà abbiamo il sospetto che l’autore non debba essersi sforzato più di tanto per realizzare quest’ambientazione.
La camorra che compie degli attentati terroristici nella capitale per costringere il governo a sbloccare gli appalti non è qualcosa che percepiamo fantascientifico. Così come non riusciamo a meravigliarci della descrizione del quartiere di Tor Bella Monaca con una criminalità terribile e una disperazione palpabile.
Qualcuno ha scritto che Mainetti ha fatto per Roma quello che P.K. Dick e Ridley Scott hanno fatto per Los Angeles nel loro Blade Runner. Non conosciamo L.A. per apprezzare questo paragone, quello che è certo è che l’immagine della capitale italiana che ne esce fuori è inquietante e angosciante ma terribilmente familiare.
Claudio Santamaria trova qui forse il suo ruolo definitivo nei panni di un improbabile supereroe che acquisisce i suoi poteri a causa di un bagno nel Tevere, dove sappiamo che ci si può trovare di tutto.
Ilenia Pastorelli che viene dritta dal Grande Fratello ci regala un interpretazione meravigliosa di una ragazza sfortunata, abusata, alienata e ossessionata dall’anime Jeeg Robot. Il suo rapporto con l’eroe (o meglio antieroe) è quello che salva il protagonista e che da un senso a quello che gli sta accadendo.
Nei panni dell’antagonista un bravissimo Luca Marinelli, capo di una banda criminale che per far strada cerca accordi con la camorra, infilandosi in un gioco più grande di loro e che non riescono a gestire.
Al di là dell’analisi della trama che lasciamo scoprire a chi vorrà gustarsi questo piccolo capolavoro inaspettato, possiamo dire che per una volta siamo contenti che una volta tanto il cinema italiano riesce ad osare. Mainetti trasforma gli stereotipi di un genere ultimamente ipersfruttato e forse vicino ad una prematura implosione (vedremo se i nuovi X-men, Batman vs Superman, e la Civil War riusciranno a mantenere alto il livello di questo genere dopo le delusioni del secondo Avengers e soprattuto dei reboot dell’Uomo Ragno) in un inaspettato fantathriller alla “romana” con profonda caratterizzazione dei personaggi e senza cadere mai nel banale e nello stereotipo.
Un consiglio agli spettatori, restate fino alla fine per ascoltare l’interpretazione da cantante di Santamaria, ne vale la pena.

J. Mnemonic

22 Marzo 2016   |   articoli, recensioni   |   Tags: , , ,