Paola Binetti e il destino dei troll

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Il caso Paola Binetti esplode con puntuale regolarità ogni qual volta il PD deve discutere di un tema eticamente sensibile.

È passato pochissimo tempo da quando rischiò di far cadere il governo Prodi per non aver votato la legge sui DiCo, ovvero una compromesso scarsamente laica, ma comunque simbolo di una larghezza di vedute e di un apertura mentale che una ciciliciata membra dell’Opus Dei non può certo tollerare.

E puntualmente oggi come allora, ci si chiede, cosa deve fare il PD? La deve espellere o la deve tenere al suo interno?

Facile essere libertari e voltairiani e dire che Paola l’inciliciata ha il diritto di esprimere la sua opinione. Certo. Ma non è questo in discussione. Paola l’inciliciata ha a disposizione il fior fiore dei partiti più clericalisti d’Europa per sostenere le sue ragioni. Perché non sta con l’UDC o con il PDL?

Quello che è in discussione quando si parla della sua eventuale espulsione è il fatto che sia giusto o meno che un individuo resti in una struttura partitica solo e dichiaratamente per far danni a questa struttura.

Nel gergo del web Paola Binetti è il classico “troll”, ovvero un individuo che sta in una determinata organizzazione solo per far volontariamente danni a quella organizzazione. Nel caso specifico Paola l’inciliciata è stata appositamente mandata nel PD, presumibilmente dall’Opus Dei se non da qualcuno ancora più in alto, per far si che questo non sia mai e poi mai un partito laico a tutti gli effetti.

Allora il discorso è semplicissimo, dato che il PD si definisce un partito laico (neanche Franceschini avrebbe l’ardire di sostenere la non laicità del PD) Paola l’inciliciata deve essere allontanata dal partito perché ha idee assolutamente antitetiche a quelle delle partito in tema di laicità.

Non si vuole espellere, perché l’espulsione è contraria al dna democratico? Discutibile… ma che almeno sia rimossa da qualunque incarico nel partito e che non venga più candidata. Se poi lei vuole restare a soffrire in un partito che non è il suo (del martire ha indubbiamente la vocazione) lo faccia pure. A quel punto però a pagarne le conseguenze sarà solo lei e non tutto il Partito Democratico.

Certo, per far questo occorrerebbe che il PD, prenda finalmente una decisione chiara sui temi laici ed eticamente sensibili… non occorre che specifichi quale candidato dovrebbe vincere le primarie perché questo sia possibile.

Alessandro Chiometti

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