SANA LAICITÀ O SANA CATTOLICITÀ?

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1) Giovedì, 18 Maggio 2006, Benedetto XVI ha pronunciato un discorso ai Vescovi italiani, riuniti nell'aula del Sinodo in Vaticano, per la 56a Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana.
Ipotizziamo che il Pontefice volesse illuminare d'immenso, o quasi, non solo i presenti, ma tutti, poiché Egli intende:
"…invitare al banchetto che Dio ha preparato anche coloro che finora non lo hanno conosciuto, o forse hanno preferito ignorarlo". [1]
 


2) Egli ha esordito con questa affermazione:
"L'oggetto principale di questa vostra assemblea verte sulla vita e il ministero dei sacerdoti … Occorre innanzitutto curare un'attenta selezione dei candidati al sacerdozio, verificandone le predisposizioni personali ad assumere gli impegni connessi con il futuro ministero; coltivare poi la formazione …" [2]
Questa frase, "tradotta" dal linguaggio curiale (proprio della curia papale) in quello dei comuni mortali, significa che per la Chiesa il problema della pedofilia ecclesiastica sta diventando dirompente, poiché la minaccia fortemente sia sul piano dell'immagine, sia su quello finanziario, là dove le vittime degli abusi commessi dagli ecclesiastici chiedono di essere risarcite.
In attesa di tornare più estesamente su questa tematica citiamo, tra i numerosi, tre esempi:
"5 Febbraio 2005: l'agenzia ADISTA informa che la diocesi di Orange in California ha risarcito ben 87 vittime di preti pedofili.
15 Aprile 2002: l'ex seminarista Maciel de Vaca accusa in un programma TV messicano il prete capo dei "Legionari di Cristo" di abusi sessuali (tutte le sottolineature del presente testo sono dell'autore).
25 Giugno 2005:  l'agenzia ADISTA informa che le diocesi USA hanno speso ben 106 milioni di dollari per lo scandalo dei preti pedofili". [3]

3) Il Papa, poi, ha voluto illuminare anche il nuovo governo, fornendogli un'indicazione, che è il caso di definire preziosa, perché riguarda il settore più problematico: quello economico:
"…la grande tradizione cristiana che è la principale ricchezza dell'Italia". [4]
Così, se il Presidente Prodi farà tesoro, è il caso di dirlo, di questa vera e propria rivelazione, potrà attingere a questa tradizione e non alle nostre tasche, peraltro sempre più piene d'aria.

4) In ogni caso, si avvertiva decisamente il bisogno di questa frase, permeata di misticismo, poiché, proprio lo stesso giorno (quando si dicono le coincidenze) due impenitenti giornalisti de "La Repubblica", quotidiano in odore di laicità, fors'anche di laicismo, hanno pubblicato un articolo, che poteva anche essere fonte di turbamento per coloro che hanno il Vaticano quale ineliminabile punto di riferimento:
"In Vaticano i fondi segreti della Gea – I sospetti dei pm: soldi depositati nello Ior dalla società di Moggi jr…
Fondi neri della Gea World e conti bancari segreti in Vaticano … I pm romani Luca Palamara e Maria Cristina Palaia stanno concentrando la loro inchiesta sul denaro che da vicolo Barberini, sede della Gea a Roma, porterebbe allo Ior, l'Istituto per le opere religiose, banca del Vaticano dal 1941. Secondo gli inquirenti molti capitali sarebbero stati depositati proprio nella banca vaticana." [5]
È vero che, per ora, si tratta di sospetti ed è ancor più indubitabilmente vero, che, presto, ne verrà dimostrata non solo l'infondatezza, ma anche la vacuità.
Tuttavia, il Papa potrebbe, sin da subito, con una Sua parola, meglio ancora dando la Sua parola, che è tutto falso, liberare l'animo di ognuno, credente e non, da questo angoscioso turbamento.
Comunque, la frase che a noi Laici ha dato da pensare (perché, talvolta, ci accade), è stata la seguente:
"…la Chiesa non può venir meno al compito di purificare la ragione mediante la proposta della propria dottrina sociale … A sua volta una sana laicità dello Stato comporta senza dubbio che le realtà temporali si reggano secondo norme loro proprie, alle quali appartengono però anche quelle istanze etiche che trovano il loro fondamento nell'essenza stessa dell'uomo e pertanto in ultima analisi al Creatore". [6]
Essendo, in questo caso, tiranno lo spazio, tralasciamo non poche gustose considerazioni su queste amene affermazioni del Pontefice, tipo quelle sul modo apparentemente stringente/persuasivo ed inconfutabile del Suo argomentare, cosicché ci limiteremo a porre alcune domande.

6) – L'ossessivo ricorrere, da molti mesi a questa parte, nei più diversi pronunciamenti delle ecclesiastiche gerarchie, di queste due espressioni:
"… purificare la ragione …" e "… sana laicità …", è frutto di una coazione a ripetere o di una strategia della comunicazione ispirata al criterio: "Ripeti, ripeti, qualcosa rimane"?
– Quali sono le impurità da cui andrebbe mondata la Ragione?
– E volendo celiare/scherzare: non è stato sufficiente che già il Laico ed immortale Immanuel Kant abbia scritto la: "Critica della Ragion Pura"?
– Quale trattamento è previsto per la laicità non sana?
Il ricovero in una normale clinica o in un ospedale psichiatrico?
– Che le ecclesiastiche gerarchie si arroghino il diritto di purificare la Ragione e di curare l'insana Laicità, non fa venire in mente quel proverbio popolare, che, ironicamente, suggerisce di affidare alla volpe la guardia del pollaio?
– Che cosa direbbero il Papa ed il Cardinal Ruini [7], se i Laici suggerissero Loro una purificazione della Fede e si prodigassero in consigli, affinché venisse elaborata una sana Cattolicità?
– Se, ad esempio, suggerissero di consentire il matrimonio ai membri della ecclesiastica gerarchia, onde evitare il ripetersi dei casi di pedofilia?
– Tra l'altro, il Protestantesimo non prevede, da quasi 500 anni, il matrimonio per gli ecclesiastici?
Si vuole, forse, sostenere che, per questo motivo, i Protestanti non sono dei buoni Cristiani?
– I Laici non potrebbero consigliare al Papa ed alla Chiesa tutta di spogliarsi delle ricchezze possedute, per donarle agli oltre 800 milioni di derelitti, che soffrono per fame e malnutrizione?
Non sarebbe questo il modo migliore, per onorare in maniera seria e concreta, e non con discorsi sempre più vacui, Francesco d'Assisi?

Naturalmente, l'elenco potrebbe continuare, ma, laicamente, lasciamo ad ogni lettrice/lettore, che lo voglia, di completarlo.

NOTE:
[1] Benedetto XVI, Discorso per la  56a Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, in Avvenire, Venerdì, 19 Maggio 2006, p.4.
[2] Ibidem.
[3] Marazzani Pierino, Calendario di effemeridi anticlericali 2006, "La Fiaccola" (Via Tommaso Fazello 133 – 96017 Noto – Siracusa).
[4] Benedetto XVI, Discorso…, cit.
[5] Bisso Marino, Zunino Corrado, La Repubblica, Venerdì, 19 Maggio 2006, p.22.
[6] Benedetto XVI, Discorso…, cit.
[7] Cogliamo l'occasione per rilevare come il Cardinal Ruini sia ottimamente trattato dai mass media italiani.
L'anno scorso, tutti i quotidiani e le televisioni gareggiavano per intervistarlo, dopo avergli attribuito i meriti maggiori per la vittoria nel Referendum sulla procreazione assistita, paragonandolo a Richelieu e/o Talleyrand.
Invece, quest'anno, dopo che Sua Eminenza aveva in maniera chiara, sia pur indiretta, invitato a votare per il Centrodestra, nessun giornalista ha osato rivolgerGli questa domanda:
"Visto che Lei, in queste elezioni politiche, ha perso, perché non segue l'esempio degli uomini politici stranieri, che, in consimili casi, abbandonano la scena politica? Perché vuole assomigliare anche in questo ai politici italiani, che, invece, rimangono avvinghiati alla loro poltrona, anche quando il loro Partito prende percentuali da prefisso telefonico?"
Naturalmente, si può obiettare che è da vedere se il Cardinal Ruini abbia effettivamente perso, potendo, comunque, contare su Rutelli e su tanti altri "visi pallidi", presenti nel Centrosinistra. Noi di questo siamo coscienti, ma riteniamo che l'obiezione abbia un valore limitato e non assoluto, poiché nulla può essere paragonato ai terremotanti effetti di una vittoria del Centrodestra, di cui proviamo a dare un solo, ma forse istruttivo, esempio:
immaginate Pera, Casini, Buttiglione, Borghezio, Storace e Ferrara, che, con il ditino alzato, ci impartiscono lezioni di vita, sulla scorta delle indicazioni del Cardinal Ruini e del Santo Padre.

7 Giugno 2006   |   articoli   |   Tags: